giovedì 17 dicembre 2020

La vostra voce: "Colori" di Giulia Previtali

Buongiorno cari lettori, eccoci a un'altra tappa della rubrica "La vostra voce" , un'idea nata in collaborazione con il blog Un tè con la Palma, per dare voce e spazio ai vostri scritti.
Oggi vi parleremo di "Colori" di Giulia Previtali.




Titolo: Colori
Autore: Giulia Previtali
Editore: Tulipani Edizioni
Genere: Romanzo introspettivo
Pagine: 95
Prezzo: ebook € 1,99; cartaceo € 11,40
Link d'acquisto: ebook; cartaceo;








Colori è la storia di Ginevra, di una ragazza che controlla la sua esistenza e ciò che la circonda col cibo, stingendo al petto i chili che la bilancia segna. Ogni volta. Ogni peso.
La sua coscienza è sempre accesa, ma il bisogno di monitorare i suoi (chilo)grammi è la forza che le permette di affrontare il male maggiore. Intorno a lei c’è il suo ragazzo, i suoi amici, la sua famiglia e il suo medico…le sue esperienze. Colori è un messaggio potente, un urlo di disperazione, un miraggio di speranza in un tunnel che sembra senza fine.








Cinque buoni motivi per leggere "Colori"?

1. è attuale.
2. racconta di una situazione che molti noi vivono, in silenzio.
3. è delicato e breve.
4. è silenzioso, ti accompagna per mano con la speranza nel cuore.
5. è un libro semi autobiografico, romanzato, con aggiunte di colore qua e là.








Estratto 1:

Eppure, all'inizio, la malattia indossa delle candide vesti bianche. Se avesse potuto ritrarre il suo Cavaliere, avrebbe indossato un'armatura così chiara da accecarla. Anche i suoi alfieri, i suoi servi, tutti coloro che venivano sfiorati dal suo tocco si sarebbero ammantati di drappi candidi, impalpabili, evanescenti. Come il fumo di quella candela. Un pallido sorriso le stirò le labbra. Ormai, lo sapeva: più stavi male, più diventavi chiara.


Estratto 2:

Se avessero potuto dare un colore al silenzio, avrebbero scelto il bianco. Esattamente perché non era nemmeno un vero e proprio colore. 


Estratto 3:

Le foto erano qualcosa di cui Ginevra andava davvero fiera. Non era molto brava a farle, spesso venivano mosse, storte, particolari. Ma le adorava. Amava il fatto che ogni immagine le riportasse alla mente qualcosa che aveva vissuto sia con gioia che con dolore. Mentre le scorreva nel portafoto, si fermò su una foto al mare. L’acqua era di un azzurro trasparente che permetteva di vedere il fondo sassoso e pulito. Forse non era il mare più bello del mondo, ma era quello che più amava. Non avrebbe mai pensato di amare così tanto la Costa Azzurra e la riva costeggiata di sassi di Nizza. Oh, se ne era letteralmente innamorata. La cosa che aveva adorato di più era il sole che solcava quelle onde calme e la marea che si alzava dopocena. Sembrava essere in un dipinto del periodo romantico. Era rimasta solo sei giorni in quella città, ma si era promessa che ci sarebbe tornata. Anche da sola, ma l’avrebbe fatto.

Estratto 4:

Le bastò pensarci un attimo per farle venire i brividi. «La parola. Hai usato la parola.»
Alex Lange si morse il labbro. «Quale parola? Bulimica?»
Ginevra si ritrasse. Se avesse potuto, avrebbe alzato la coperta del letto su cui era stesa e se la sarebbe tirata fin sulla testa. Ma aveva solo annuito, silenziosa.
«Le parole… non sei sempre stata legata alle parole? Melanie ha i colori, tu hai le parole. Lo dite sempre: ‘Lei è disegno, io sono parola’. Cosa ti spaventa?»
«Le parole hanno il potere di creare… ma anche di distruggere. E io ho smesso.»
 
«Con cosa?»
«Ho smesso di distruggere.»
«Distruggere cosa?»
«Ho smesso di deludere, distruggere. Tra fare del male a un’altra persona e me stessa… beh, io scelgo mille volte di ferire me stessa.»

 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Post più popolari: