venerdì 10 dicembre 2021

Recensione "L'ultimo dicembre" di Bianca Marconero

Ben ritrovati Book Lovers! Oggi vi parlo della terza novella dei preludi dei Serristori: "L'ultimo dicembre" di Bianca Marconero. Buona lettura!



Titolo: L'ultimo dicembre
Autore: Bianca Marconero
Editore: self publishing



Benvenuti a Cortina d’Ampezzo, al galà di fine anno della fondazione Francalanza Visconti!

Si avvicina il Capodanno e c’è la neve! Cosa può andare storto stavolta?

Niccolò Serristori è diventato un pugile semiprofessionista e passa le sue giornate tra allenamenti e ragazze, ma il centro del suo mondo è ancora lei: la sua amica Cecilia.
Eppure, qualcosa sta cambiando. Cecilia è diversa, non si confida con lui, sceglie sempre la compagnia di Jacopo e Niccolò comincia a sospettare di non essere più il suo preferito. Forse anche quello che sembrava infinito prima o poi, invece, finisce.

Jacopo Serristori ha una vita lastricata di successi. Certo, se dovesse esprimere un desiderio di fine anno, preferirebbe che suo fratello Niccolò non lo mettesse in imbarazzo e gli piacerebbe che il suo interesse per Matilde Barberini fosse ricambiato. Ma, più di ogni altra cosa, vorrebbe dimenticarsi di Clara Francalanza Visconti. Baker.
Clara porta guai, lo destabilizza e, purtroppo per Jacopo, lo manda in confusione con un sorriso. E lui proprio non capisce come possa una persona che non gli piace affatto diventare il centro esatto dei suoi pensieri.

E Brando Serristori? Perfino lui sembra felice ma, da quando ha smesso di dormire, anche Agnese non riesce più a farlo.

Tra cene di gala e serate alcoliche, tra piste da sci e saune, tra avvocati che nessuno vuole e segretarie francesi poco gradite, ecco l’ultimo dicembre della famiglia Serristori come la conosciamo. Perché, dopo la mezzanotte, niente sarà più come prima.

Avvertenza

L’ultimo dicembre è la terza e ultima novella della serie “Serristori- Preludi” composta da:

Un’estate al mare
Jacopo salva il Natale
L’ultimo dicembre

NON è pertanto una storia autoconclusiva.



Ed eccoci arrivati all'ultimo dei preludi: i Serristori si preparano a passare il Capodanno a Cortina, ospiti dei Francalanza Visconti. Ho appena terminato la lettura e sono ancora scossa dalla miriade di emozioni che ho provato. Bianca non ha avuto pietà per il mio cuore e il mio stomaco neppure questa volta (ma ti adoro per questo)! Se pensavo che con Numero Cinque la felicità di Brando e Agnese fosse stellare, mi son dovuta ricredere per un attimo. Lui con la sua disarmante semplicità e il grande cuore, lei con insicurezze e paure che nasconde dietro la sua eleganza, si sono allontanati seppur vicini.
Mi sono commossa per la tenerezza Brando con Numero Cinque, la sua silenziosa sofferenza per quel figlio che gli assomiglia così tanto, il grande amore per la sua famiglia e la paura di non essere abbastanza per la sua adorata Agnese.

«Ma se un giorno tu…». 
«No». Scuote la testa. «Mai». 
«Sì, invece. La porta è aperta». «Smettila. Mi fai male ogni volta che lo dici». 
«I tuoi sentimenti potrebbero cambiare». 
«Posso solo amarti più del giorno prima, Agnese. Questo è l’unico cambiamento. Mi sono innamorato mille volte. Ma sempre e solo di te».

E poi ci sono Niccolò e Jacopo, così diversi tra loro ma così simili nei disastri che combinano.
Niccolò ha un cuore grande, ma quell'oscurità che lo accompagna da sempre è pronta a esplodere e fregarlo alla grande. Nonostante la tregua di dicembre, non riesce proprio ad andare d'accordo con suo padre, con cui è sempre in conflitto e dal quale non si sente amato al pari dei suoi fratelli. Fortunatamente c'è sua madre che lo capisce e lo fa sentire amato e apprezzato con tutti i suoi difetti. 

Quando si tratta di me, lei non molla mai. Sono stato un caso perso per molte persone, ma se sono riuscito a non vedermi così è solo perché mi sono specchiato nella fiducia di mia madre.

E poi c'è la sua Cecilia. La sua presenza è vitale ma il distacco dell'ultimo periodo lo logora dentro, perché lui è niente senza di lei che lo comprende quando gli altri non lo fanno. 

Cecilia non è solo importante. Cecilia, per me, è basilare, come i piloni che sostengono le case, vitale, come la luce per le piante, e necessaria perché nessuna buona notizia, senza di lei, potrebbe mai essere bella abbastanza.

Ma Cecilia sta cambiando, venera sempre più Jacopo e questo a Niccolò non va proprio giù. Ma la bomba deve ancora scoppiare e si sa, Bianca è diabolica quando si tratta di fare esplodere il mondo e le certezze dei Serristori.

Jacopo è preciso, elegante, vuole essere il meglio, tanto da risultare arrogante. Ha l'aspetto di suo padre, ma il carattere della madre, che lo ha portato a costruirsi un muro che lo rende all'apparenza invulnerabile, per nascondere i sentimenti dietro una maschera di raffinatezza e buone maniere. Durante questa vacanza dovrà stare a stretto contatto con Clara Francalanza Visconti Baker, la sua antitesi. Jacopo proprio non riesce a sopportare il suo essere spontanea, mai controllata, per niente raffinata, pasticciona e ribelle; è proprio l'opposto rispetto a ciò che lui vuole. Quindi perché non riesce a fare a meno di pensare a lei nonostante sia del tutto sbagliata?

E, in questo momento preciso, io capisco perfettamente che è questo a spaventarmi di lei. Non è che beve birra, non mette il reggiseno o bacia i suoi amici. È che, quando mi viene vicino, io non riesco più a guardare da nessun’altra parte.

Ho letto questa novella tutta d'un fiato, ho sorriso, ho sofferto e ho sperato con i suoi protagonisti, che si alternano nel raccontare il loro punto di vista. Aspetto con ansia di conoscere le storie, e soprattutto i meritati lieto fine, di Niccolò e Jacopo perché se spesso si meriterebbero una bella tirata di orecchie, è impossibile non amarli.
Una menzione speciale va ad Ulisse, che dovrebbero fare santo, perché è l'amico che tutti vorrebero e sopporta con infinita pazienza Clara e Jacopo.







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