martedì 19 gennaio 2021

La vostra voce: "Harmaghedon" di Irene Spaziani

Buongiorno cari lettori, rieccoci al consueto appuntamento con la rubrica "La vostra voce", in collaborazione con il blog Un tè con la Palma.
Oggi vi parliamo di "Harmaghedon" di Irene Spaziani.













Titolo: Harmaghedon
Autore: Irene Spaziani 
Editore: Self - Publishing 
Genere: Dark Fantasy 
Data pubblicazione: 31 agosto 2020 
Formato eBook: 3,60 €
Formato Cartaceo: 11,00 €
Pagine: 401
Disponibilità: Amazon Store
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"-Cosa avrebbe potuto scatenarsi, se le fondamenta che tengono indissolubilmente legati due mondi, così simili e diversi al contempo, fossero state abbattute? - 
Safira, dopo aver trascorso delle splendide vacanze natalizie nel cuore dell'Italia, si appresta a tornare alla quotidianità, quando un oscuro mistero inizia ad avvolgerla. Una strana sensazione, un'impensabile consapevolezza si annida dentro di lei, minando il quieto scorrere dei propri giorni. Strani sogni, pensieri, dubbi la tormentano... E una voce nella testa. 
L'incontro con un misterioso individuo la catapulterà in una realtà appassionante e sconvolgente, che cambierà la sua vita... E il destino dell'intero Universo.” 

-Primo volume di una saga fantasy-












Ecco 5 buoni motivi per leggere il manoscritto:

1. Un romanzo fantasy non ristretto ad una cerchia di soli appassionati: le emozioni che trasmette, e le avventure che permette di vivere attraverso le pagine, sono rivolte ad ogni tipo di lettore. 
2. Un romanzo intriso di mistero. 
3. Un nuovo modo di vedere il fantasy, non distante dal nostro mondo. 
4. Realtà e mitologia unite dall’originalità. 
5. Un universo nel quale il confine fra bene e male non è mai stato tanto sottile...



- “Luci… Ombre… Sagome indefinite continuavano ad accavallarsi nella propria mente, riflessi di emozioni, scorci di vita e paure sempre più fondate, reali. Una soltanto, però, si ripeteva di continuo, sovrastando le altre pur restando offuscata, in attesa che lei l’afferrasse e la rivelasse, quasi a poterne scostare un velo impercettibile che ne celava le sembianze. Da diversi giorni, quei sogni si replicavano senza sosta, un susseguirsi di immagini e sensazioni alternate fra l’eccitazione e il timore della conoscenza. Ma poteva davvero conoscere? Comprendere il perché di quelle immaginazioni?” (CAP.1) 
“«Chi sei?» Azzardò con voce tremante, restando immobile, mentre gelidi brividi le attraversarono la schiena. Improvvisamente venne investita da un altro dettaglio del quale prese coscienza soltanto in quel momento: l’intenso profumo floreale percepito nel sogno; e quasi a volerla distrarre, visioni dello stesso tornarono ad accavallarsi, accelerandone il respiro, mentre dietro di sé tutto diveniva tetro e sinistro. 
«Voltati, Safira. Non aver paura…»” (CAP.1) 
“Argomento, l’esoterismo, che l’aveva da sempre affascinata e spaventata in egual misura… 
Tuttavia, Anna si ritrovò spiazzata, pur comprendendo che quello fosse l’unico accesso che Safira le stesse permettendo di varcare. La vide respirare a fatica, tant’era accelerato il battito del cuore. Non ne era cosciente, ma sua nipote nutriva un inarrestabile timore nei confronti di quella voce, dei sogni nei quali l’avvertiva, e faticava a lasciar andare tutto nel dimenticatoio della propria mente.” (CAP.2) 
“Si era avvicinato leggiadro, affascinandola con le grandi ali attraverso cui aveva falciato l’aria… La luna sembrava averne donato il proprio riflesso sul piumaggio grigiastro, lasciando che agli occhi di Safira sembrasse risplendere d’un lieve color argento. Lei era estremamente incantata. Fin da piccola aveva amato gufi, civette, barbagianni… Era rimasta affascinata dalle leggende narrate su quelle creature, e non poté non ricordare le sere d’estate trascorse con sua nonna nel bosco, alla ricerca di quegli splendidi rapaci.” (CAP.3) 
“Uno spesso cartoncino color avorio, ripiegato in due, celava un messaggio i cui caratteri erano sbiaditi e realizzati con una vecchia macchina da scrivere. “Safira White: anima pura in un mondo di tenebre. E se le tenebre invadessero la tua vita? L’umana si sentì impallidire nuovamente, ed un sibilo lontano parve raggelarne le ossa. Ombre… Non poté fare a meno di ripensare alle tetre oscurità viste nell’album fotografico di sua nonna…” (CAP.6) 

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