venerdì 4 ottobre 2019

5° tappa Blog Tour di "Prophecy. Non puoi sfuggire al tuo destino" di Licia Righi - Estratto


Buongiorno cari lettori, eccoci alla penultima tappa del Blog Tour dedicato a Prophecy ed oggi, avrete la possibilità di immergervi in uno scorcio di storia.
Siete tutti pronti?







Estratto 1


«È da un po’ che stiamo seguendo una traccia, e indovina? Ci ha portati dritti da te: io non credo alle coincidenze. E tu?», mi chiese senza abbandonare la posa da bodyguard.
Effettivamente non sarebbe stato affatto male averlo come guardia del corpo personale; il ragazzo aveva certi muscoli, per non parlare del fondoschiena. Ok, cominciavo ad avere caldo e fui costretta a farmi aria, attirando la sua attenzione.
«È troppo quello che vedi, pasticcino?», domandò malizioso, con quel sorriso sghembo che, dovrebbe essere vietato per legge, santo cielo. Beccata in flagrante. Compimenti Cloe!


Estratto 2

«A questo proposito», dissi a Ethan, «mi devi una spiegazione. E in fretta!».
«La deve a tutti», si intromise nuovamente Richard.
Ma io volevo un altro tipo di spiegazione e, questa volta, non mi sarei fatta abbindolare dai suoi begli occhi o dall’effetto che mi faceva ogni qualvolta me lo ritrovavo vicino.
«Quindi sei un licantropo?», chiese improvvisamente Cassy. Lui annuì imbarazzato.
«Ora si spiega il tuo temperamento e perché eri avvolto da quell'alone paranormale. Non riuscivo proprio a capire cosa fosse!», confessò la mia amica, un filo contrariata, per non esserci arrivata.
«Mai avuto a che fare con un lupo, dolcezza?», le chiese quello stronzo.
Se la chiamava un’altra volta in quel modo, sarebbe stato un lupo morto, o senza palle. Vi prego datemi la magia, so esattamente dove indirizzarla.
«Non ti azzardare a chiamarla in quel modo!», esordì Trevor infuriato, mettendosi vicino alla sua ragazza. Ethan sghignazzò. Che idiota!
«Non ti scaldare amico, la tua ragazza non mi interessa», disse l’idiota a Trevor.
Com’era possibile che non gli interessasse un tipo come Cassy? Cavolo, era una strafiga pazzesca e, detto da una ragazza, era oltremodo inquietante, per non dire imbarazzante.
«Avete finito di marcare il territorio?», li ammonì Richard, «voglio sapere tutti i dettagli, lupo!», proseguì.
«Non credo sia affar tuo la nostra vita sessuale!», rispose Ethan contrariato indicandomi e, attirando su di me, gli sguardi interrogativi di tutti i presenti.
«Ethan!!!!!», sbottai infuriata battendo il piede per terra. «La smetti di dire stronzate?».
Non serviva mi guardassi allo specchio per sapere che ero diventata rossa come un peperone. «E comunque», precisai, «tra me e te non c’è nulla al momento».
«Ma c’è stato», disse lui mettendosi di fronte a me e guardandomi negli occhi sfidandomi.
«Qualunque cosa ci sia fra voi, non ci interessa», intervenne Richard.
«Parla per te, stregone. A me interessa eccome!», esclamò Sebastian divertito.
«Piantala denti aguzzi!», lo avvertì la rossa dandogli una botta sul petto.


Estratto 3

Il combattimento fu intenso e i duellanti non si risparmiavano un colpo. Per la miseria, Sebastian, in quel momento, aveva una carica erotica pazzesca: era sesso allo stato puro! Vederlo a torso nudo, con quel suo fisico scolpito imperlato di sudore, concentrato per difendersi dagli attacchi della mia amica, fece aumentare improvvisamente la temperatura nella stanza e dovetti farmi aria, più e più volte, attirando su di me, gli sguardi inferociti di Ethan che, un secondo dopo, mi raggiunse e manifestò tutto il suo disappunto.
«Ma non ce l'ha una maglietta, quello?», esclamò infastidito.
«E tu?», gli chiesi di rimando con un sopracciglio alzato.
«Sei gelosa per caso?», mi chiese invece di rispondere alla domanda.
Ero gelosa? Decisamente sì ma, in quel momento, nessuno lo stava guardando come un bocconcino prelibato e, quel pensiero, mi fece capire di essermi comportata come un'idiota. E ora cosa gli potevo rispondere? Negare fino alla fine dei giorni o, ammettere l'evidenza? Mai farsi vedere deboli dal nemico, pensai.
«Forse non hai capito! Mi chiedi se non ha una maglietta ma anche tu sei a torso nudo. Da che pulpito arriva la predica?», lo sfidai sperando di averlo messo a tacere una volta per tutte ma, quanto mi ero sbagliata. Per tutta risposta, me lo ritrovai spalmato addosso che mi guardava con un sorriso beffardo stampato sulle labbra carnose.
«Ti faccio lo stesso effetto?», mi domandò con voce roca, quell'idiota. Altroché se mi faceva quell'effetto. Anzi, molto di più; Sebastian, era indubbiamente gnocco, ma lui, era il mio idiota preferito e, per la miseria, in quel momento avrei voluto saltargli al collo e rinchiuderci in una stanza. Sicuramente intercettò la scia dei mie pensieri e, il mio sguardo che, birichino, continuava a percorrerlo dalla testa ai piedi ma, fu quando i miei occhi si tuffarono nei suoi, che capitolai.

«La sai già la risposta. Tu sei pericoloso!», mi ritrovai a farmi sfuggire e, lui, sorrise compiaciuto.





Appuntamento al prossimo venerdì con l'ultima tappa del Blog Tour!

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