giovedì 13 settembre 2018

Anteprima di The Thief di J. R. Ward

Buongiorno readers, oggi vi presentiamo in anteprima l'ultimo nato della Confraternita del Pugnale Nero, e il primo capitolo tradotto da noi. Buona lettura!







Titolo: The Thief (Black Dagger Brotherhood 16)
Autore: J.R. Ward 
Uscita americana: 3 Aprile 2018





Nuovi nemici sorgono e il desiderio brucia, nel prossimo romanzo della Confraternita del Pugnale Nero, la serie paranormal romance bestseller del New York Times.


Sola Morte, ex ladra e scassinatrice, ha abbandonato la sua vecchia vita dalla parte sbagliata della legge. In fuga dalla famiglia di un signore della droga, si trova a poca distanza da Caldwell, tenendosi fuori dai guai e la sua amata nonna al sicuro. Il suo cuore, però, è rimasto a nord, con l'unico uomo che abbia mai abbattuto le sue difese: Assail, figlio di Assail, che non ha mai voluto innamorarsi, e certamente non di una donna umana. Ma non hanno futuro, e non solo perché lei non sa che lui è un vampiro, ma perché non ha intenzione di smettere di contrabbandare armi per la  Confraternita del Pugnale Nero. Il destino, tuttavia, ha altri piani per loro. Quando Assail finisce in coma e si trova sul punto di morire, i suoi cugini cercano Sola e la implorano di dargli una ragione per vivere. L'ultima cosa che vuole è un ritorno al suo passato, ma come può lasciarlo morire?

Mentre un nuovo nemico letale dei vampiri mostra il suo volto e la Fratellanza ha bisogno che Assail si rimetta in piedi, Sola si ritrova non solo un bersaglio, ma una risorsa in una guerra che non capisce.

E quando la verità su Assail verrà fuori, scapperà dall'orrore o seguirà il suo cuore andando tra le braccia dell'uomo che la ama più della sua vita?







Capitolo 1

MIAMI, FLORIDA


Sola Morte, a.k.a. Marisol Maria Rafaela Carvalho, aprí la porta scorrevole, spingendo via il pannello di vetro. Anche se era passata la mezzanotte ed era gennaio, l'aria dell'oceano che la accolse era sui ventuno gradi e umida, un dolce bacio invece di un gelido schiaffo. Dopo un anno trascorso a vivere a Miami, comunque, non era più piacevolmente sorpresa. Il clima più mite era iniziato, a passo lento, le palme, le spiagge e le maree, semplicemente parte della vita.

La natura esotica era una rarità, e così, come per la bellezza, era negli occhi di chi guardava.

Adesso, i pini ricoperti di neve di Caldwell, New York, sarebbero stati affascinanti e inusuali.

Scuotendo la testa, provò a restare nel presente. La "terrazza" di questo quinto  piano del condominio che divideva con sua nonna non era niente più di uno scaffale con una ringhiera, una sorta di spazio esterno aggiunto non per un'utilità funzionale e un godimento dei proprietari, ma così "terrazza sull'oceano" poteva essere incluso nella descrizione di vendita di una costruzione di trenta unità. E a pensarci bene, anche la parte riguardante "l'oceano" era un contentino, dato che era su Biscayne Bay che si stava affacciando, e non sull' Atlantico. E poi, l'acqua era acqua, e quando non riusciva a dormire, era più interessante che fissare il soffitto.

Aveva arredato il posto con due camere da letto e due bagni circa tre anni fa, comprando gli allestimenti da Rooms To Go perché avevano prezzi ragionevoli e qualcun altro aveva pensato ai cuscini e alle combinazioni di colori. E poi per la sua "lussuosa" terrazza "sull'oceano", ha fatto un salto da Target e si era procurata due sedie da giardino gialle e bianche e un tavolino da caffè. Le prime funzionano bene. Quest ultimo aveva una superficie di plastica traslucida che era piena di fastidiose onde sulla superficie. Niente restava in equilibrio su di esso.

A quel punto, si  sistemò nella sedia sulla sinistra. "Luna piena stanotte."

Appena la sua voce si affievolì, si mise a fissare il panorama  notturno. Direttamente di fronte a lei, c'era un gruppo di piccole case, vecchie costruzioni degli anni Quaranta, e poi una serie di negozi di magliette orrende, botteghe, e cantine tra lei e la spiaggia. Dire che lei e la sua vovó vivevano a Miami era simile alla pubblicità della falsa-terrazza. In effetti erano all'estrema punta settentrionale del confine della città, ben lontano dalle ville e dalla vita notturna, anche se era disposta a scommettere che in circa dieci anni questo quartiere popolare avrebbe avuto una ristrutturazione sfavillante.

Andava bene così per lei. Avrebbe avuto un grande ritorno sul suo investimento in contanti e-

Oh, chi stava prendendo in giro? Non sarebbero state qui per più di un altro anno.

Aveva un altro rifugio in California e uno a Toronto. Dopo aver usato quelli, sarebbero andate da qualche altra parte.

Per lei, c'erano pochi requisiti per stabilire una base: acquisto in contanti, chiesa cattolica a pochi isolati e un buon mercato latino vicino.

Appena una brezza si sollevò e giocò con la sua nuova capigliatura bionda, si sporse più in avanti perchè era difficile restare ferma. Il cambio di posizione non durò, e non perchè la cima della ringhiera adesso bloccava la vista della baia. Facendo un passo indietro, battè il tacco delle sue infradito, il metronomo di energia irrequieta sopportabile solo perché era il suo stesso piede che faceva il movimento e, almeno in teoria, poteva fermarlo.
Dire che la memoria era una corsia che potevi percorrere, un percorso da seguire, una progressione lineare che avevi intrapreso dall'inizio alla fine, era molto lontano dalla realtà. Dopo l'anno appena trascorso, aveva deciso che era più simile alla tastiera di un pianoforte, e le note musicali che la sua mente aveva suonato sotto forma di immagini in movimento erano un scegli-e-seleziona determinato più dallo spartito del suo rimpianto che dalla logica della sua decisione di lasciare Caldwell.

Per esempio, se fosse stata razionale sulle cose, si sarebbe focalizzata su come sarebbe stato tornare a casa una notte e avere quegli aggressori che la rapivano mentre sua nonna si svegliava e iniziava a scendere le scale. Poi lei avrebbe ricordato la sua gita su al nord nel bagagliaio di un'auto. Si...Se fosse stata intelligente, il suo cervello avrebbe proiettato una presentazione di lei che prendeva una torcia e la infilava nell'orbita oculare dell'uomo che l'aveva tirata fuori dal retro di quella berlina. Avrebbe immaginato se stessa venire colpita alla gamba mentre provava a scappare attraverso la foresta, e poi avrebbe ricordato la cella con le sbarre in quel livello sotterraneo di quel campo di torture.

Avrebbe visualizzato con dettagli precisi il teppista con la faccia bicolore che le aveva strappato i vestiti e provato a stuprarla- finchè lei non gli aveva strizzato le palle e battuto la testa con una pesante catena.

E alla fine, avrebbe visto sé stessa trascinare un uomo morto attraverso il pavimento per provare ad usare la sua impronta digitale per aprirsi una via di fuga. E quando questo non avesse funzionato, avrebbe ripercorso i suoi passi e sarebbe tornata nel seminterrato e spinto il braccio di quel tentato stupratore con la faccia bicolore attraverso le sbarre della cella cosi lei avrebbe potuto prendere un coltello da cucina e tagliare la mano all'altezza del polso.

E per quanto riguarda il successo di aver usato quel pollice ancora caldo sulla tastiera per aprire la porta d'acciaio? Oppure essere schizzata fuori da quel buco d'inferno non indossando niente se non un parka e il sangue dei due esseri umani che aveva ucciso?

Ma no, quelle non erano le note che suonava la sua Steinway cerebrale.

Mentre la musica suonava, quella che il suo cervello continuava a ripetere era del tutto diversa e molto più distruttiva.

Anche se era certamente più sexy-

"Smettila." Si strofinò gli occhi. "Fermati."

Sopra la baia senza sbocco sul mare, oltre il bordo frangiflutti di North Beach, la luna era un grande piatto d'argento, la cui illuminazione era confusa e solleticata da ciuffi di nuvole.

Gli occhi di Assail erano stati così, argento con un bordo viola intenso.

E immaginò che lo fossero ancora, supponendo che fosse vivo, nonostante il tipo di vita che stava conducendo? I signori della droga erano in un insieme di rischi oltre a quelli generici come cancro e malattie cardiache.

Non che lei lo avesse giudicato per la sua scelta di affari- andiamo, la sua professione di scassinatrice era la ragione per cui era finita in quel bagagliaio.

Che occhi strani e ipnotizzanti aveva. Come non ne aveva mai visto, e no, non era fantasticarci sopra da parte sua. Come con il suo strano nome e l'accento che non riusciva a collocare, era tedesco? Francese? Rumeno? - e il mistero che lo circondava, era stato quello a cui gli altri uomini non erano mai andati vicino: irresistibile. Con i capelli così neri, aveva immaginato che fossero stati tinti, e l'attaccatura dei capelli su quella fronte alta e dispotica, e il suo corpo possente e sexy, lei aveva spesso la sensazione che fosse una creatura di un altro mondo.

Una presenza letale.

Un magnifico predatore.

Un animale in sembianze umane.

Tra un battito di ciglia e l'altro, lo vide la notte in cui venne a salvarla da quel campo-ma non mentre le si avvicinò a braccia aperte e con voce calma appena lei fu scappata fuori da quella porta d'acciaio, tutta ferita e disorientata. No, si ricordava di lui un po' di tempo dopo, quando l'aveva in qualche modo incontrata in una stazione e di servizio a circa venti miglia lungo l'autostrada.

Non era mai riuscita a capire come fosse possibile che lui fosse rimasto indietro mentre i suoi cugini erano scappati con lei- eppure Assail li aveva raggiunti come se potesse volare.

E poi come si era presento una volta che li aveva raggiunti. La sua bocca era coperta di sangue  come se avesse morso qualcuno. E quegli occhi argento e viola brillavano più luminosi della luna in questo cielo del sud con una luce in essi così diabolica, che sembrava materiale per un esorcismo.

E ancora non aveva paura di lui- e in quel momento aveva anche saputo che Benloise, il suo rapitore, era morto. Assail aveva in qualche modo ucciso il suo rapitore, e con ogni probabilità, suo fratello, Eduardo.

Era il modo nel quale funzionavano gli affari in cui erano invischiati tutti loro. E il modo in cui era la vita che si era decisa a lasciare dopo che era guarita.

Dopotutto, quando sei stata trattenuta da pazzi e pregato Dio di rivedere tua nonna, e ti chiedi se questo è successo davvero? Solo un pazzo non avrebbe mantenuto la propria parte del patto.

Ciao, Miami.

Sola si spinse la punta delle dita sulla fronte e cercò di togliere il cervello dal sentiero logoro che sembrava determinato a elaborare e rielaborare-anche se era trascorso un anno, per l'amor di Dio. Non riusciva a credere di essere così fissata su una decisione sana che aveva fatto con la propria sopravvivenza in prima linea.

Le notti erano ancora le peggiori. Durante il giorno, quando era impegnata con attività di alto livello come fare la spesa, e andare a messa con la sua vovó, e guardando costantemente da sotto il bordo di un cappellino da baseball per vedere se venivano seguite, li gestiva meglio. Ma con l'oscurità arrivava la persecuzione, il fantasma di un uomo con il quale non avrebbe mai dovuto dormire, a tormentarla.

Era stata a lungo consapevole di avere un desiderio di morte. La sua attrazione per Assail era la conferma di ciò, e non solo.

Diavolo, non sapeva nemmeno il suo cognome. Con tutto lo spionaggio su di lui che era stata assunta per fare, e poi per quello che aveva fatto da sola, non sapeva quasi nulla di lui. Aveva una casa di vetro sulla Hudson che era di proprietà di una società immobiliare. I suoi due più stretti collaboratori erano i suoi cugini gemelli, ed entrambi erano muti come i muri di mattoni quando si trattava dei suoi dettagli personali. Non aveva moglie o figli.

Almeno non intorno a lui, ma chi lo sapeva. Un uomo del genere aveva sicuramente molte opzioni per la compagnia.

Spostandosi di lato, tirò fuori il suo vecchio iPhone e guardò il suo schermo nero. Quando lo accese, c'era una foto della spiaggia dal retro subito dopo il suo arrivo qui.

Nessun messaggio, nessuna chiamata persa, nessun messaggio vocale.

Per un lungo periodo, aveva ricevuto queste  regolari chiamate mute da un numero limitato.

Le chiamate intermittenti erano l'unica ragione per cui aveva tenuto il telefono. Chi altri l'avrebbe raggiunta eccetto Assail? Chi altro aveva il numero? Non era il telefono che aveva usato con Benloise o qualcuno dei suoi loschi affari, e l'account era sotto falso nome. Era l'unico che aveva il numero.

Avrebbe dovuto davvero lasciare il telefono al nord e cancellare il servizio. Un taglio netto era il meglio. Il più sicuro.

Il problema sembrava essersi risolto da solo, comunque. Assumendo che Assail fosse stato quello che chiamava, aveva smesso-e forse non era perchè era morto. Probabilmente era andato avanti-che era ciò che faceva la gente quando veniva lasciata indietro. La cosa dello struggimento-a-vita accadeva solo nei romanzi vittoriani, e poi solitamente riguardava la parte femminile.

Sì, nessun signor Havisham stava continuando la sua vita al nord. In nessun modo-

Un altro ricordo la portò indietro nel tempo, ed era uno di quelli che odiava. Anche dopo che Benloise le aveva ordinato di smettere di seguire le tracce, aveva seguito Assail in una tenuta, che sembrava essere una casa del custode. Non era andato là per una transazione di lavoro. No, era per una donna dai capelli scuri molto bella, e lui l'aveva fatta sdraiare su un divano come se l'avesse già fatto prima.

Appena iniziò a fare sesso con lei, lui guardò direttamente alla finestra dalla quale Sola lo stava osservando-come se lui stesse mettendo su lo spettacolo per lei.

A quel punto, aveva deciso di smettere con la sorveglianza e risolvere la questione del non vederlo mai piu.

Tuttavia il destino aveva delle idee diverse. E aveva trasformato il suo commerciante di droga dagli occhi d'argento in un salvatore.

La cosa triste era che, sotto differenti circostanze, lei sarebbe potuta rimanere con lui nella sua casa di vetro. Ma alla fine, il suo piccolo patto con Dio ha sostituito quel tipo di fantasia.

Alzandosi in piedi, si soffermò ancora per un po', chiedendosi esattamente cosa sperava di trovare da quella veduta. Poi si girò, si chiuse all'interno del condominio, e calciò via le sue infradito. In silenzio, a piedi nudi, attraversò il salotto e andò in cucina. Gli standard di sua nonna erano cosí alti che non solo potevi mangiare sul pavimento, potevi mescolare un'insalata in uno qualsiasi dei cassetti, tirare fuori la pasta da pane da dentro gli armadi e usare le scaffalature per tagliare la tua bistecca.

Il kit degli attrezzi era sotto il lavandino e lei tirò fuori un martello.

L'iPhone finí in un doppio sacchetto Ziploc mentre lei era diretta alla porta e disattivò l'allarme prima di uscire nel corridoio. La scala antincendio era sotto a destra e, mentre camminava verso di essa, ascoltò ciò che la circondava per abitudine, ma non per necessità. Le persone nell'edificio erano anziane e quel poco che lei aveva visto confermava di aver scelto l'appartamento giusto. Questa era la terra dei turisti stagionali che non avevano i soldi per andare avanti e  indieteo per la primavera e l'estate, quindi l'edificio non era mai vuoto.

Ci sarebbero sempre stati testimoni ficcanaso, anche se quegli occhi e quelle orecchie non erano piú cosi affilati com'erano stati una volta. E i suoi vicini di casa rappresentavano una complicazione a cui le persone che la inseguivano avrebbero pensato due volte.

In più, come sempre, aveva una nove compatta con con il mirino laser con lei. Tanto per dire.

La tromba delle scale era più fresca, ma non piú asciutta rispetto all'esterno, e lei non si allontanò oltre. Mise il telefono nella sua piccola custodia di plastica-bara sul pavimento di cemento sotto il tubo arrotolato dell'idrante dei vigili del fuoco e controllò un'ultima volta che non ci fossero chiamate.

Poi ci sbattè sopra il martello una volta. Due. Tre volte.

Quello era tutto ciò che ci voleva per distruggere il telefono.

Appena rientrò nel condominio, si rigirò i pezzi tra le sue mani, i due sacchetti tenevano i pezzi insieme. Domani mattina, si sarebbe collegata online da un computer sicuro e avrebbe cancellato il servizio, il suo ultimo legame, per quanto fragile fosse, reciso per sempre.

L' idea che non avrebbe mai saputo cosa fosse successo ad Assail era quasi brutta quanto la realtà che non lo avrebbe mai piú rivisto.

Tornando in sé ancora una volta, decise di andare a letto, ma fu attratta di nuovo dalla vista dell'acqua e della luna.

Le mancava l'uomo che non avrebbe mai potuto avere come se fosse un pezzo della sua anima, lasciato indietro.

Ma era così.

Il destino era proprio un ladro.



Cosa ne pensate? Non vedete l'ora di conoscere meglio Sola e Assail in un libro tutto loro?


A presto!

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